L’attaccante si è guadagnato la chiamata del Manchester City di Guardiola dopo un veloce, quanto esaltante, percorso di maturazione nel River Plate. Una crescita vertiginosa che lo ha proiettato, in soli sei mesi, da essere un perfetto sconosciuto a diventare un potenziale crack del calcio internazionale.
La gloria è il risultato dell’adattamento
Se c’è un comune denominatore nella, fin qui breve e roboante carriera di Julian Alvarez è che tutti i tecnici in un primo momento, lo impiegano come esterno per sfruttarne la sua velocità lanciato in avanti. Tutti quanti però arrivano sempre alla stessa intuizione, ovvero metterlo al centro dell’attacco dandogli libertà di svariare. E’ lì nel mezzo che incide di più: gioca sulle fasce in un tridente, ma sembra perdere un po’ di lucidità sotto porta: lui che è un finalizzatore nato.
La varietà delle sue giocate lo rendono un giocatore offensivo poliedrico che viene descritto come un giocatore tanto dinamico quanto tecnico. Per questo Marcelo Gallardo lo utilizza in varie posizioni. Da nove, da seconda punta, da esterno destro nella linea dei tre attaccanti, ma anche da 10 dietro a due punte. Spicca inoltre per un grande spirito di sacrificio nel recupero della palla: “Perdila tante volte quante devi perderla, ma non abbassare mai la testa, reagisci per riaverla” impara il giovane Alvarez da Gallardo.
Alvarez, fin qui, ci manda concreti segnali di essere (o poter essere) un grande giocatore, uno di quelli che giocano in Nazionale e nei grandi palcoscenici Europei proprio per quella duttilità che lo difende da incastri tattici esasperati.
Sarà in grado di essere all’altezza di Pep Guardiola?
Il Semestre Magico al River Plate
E’ soltanto il 7 agosto 2021 quando Julian Alvarez segna il suo primo gol nel campionato argentino contro il Godoy Cruz, a Mendoza, in una partita che il River Plate gioca con molte riserve perché pochi giorni dopo affronta l’Atlético Mineiro nei quarti di finale della Coppa Libertadores. Prima di quel 7 agosto non è mai stato nemmeno titolare, mentre sei mesi più tardi il suo cartellino è di proprietà di una delle squadre più ricche del pianeta!
L’attaccante riceve palla in zona d’attacco, si libera due volte degli avversari e con un sinistro da fuori trova il momentaneo pareggio per la sua squadra che, comunque, finirà col perdere la partita 2-1. Golazoooo!
Nella stessa estate, Alvarez si guadagna la convocazione per la Coppa America che l’Argentina vince in casa del Brasile ed al ritorno comincia a giocare con continuità debuttando in Coppa Libertadores, in occasione degli ottavi di finale contro l’Argentinos Juniors.
In seguito perde però nuovamente la titolarità poiché l’allenatore, Marcelo Gallardo, ritorna al modulo con due attaccanti preferendogli i fedelissimi Braian Romero e Matías Suárez.
Quel suo primo gol contro il Godoy Cruz è per Julian come una sorta di vendetta dato che solo tre giorni prima sbaglia un rigore decisivo contro il Boca Juniors, che costa al River l’eliminazione dalla Coppa Argentina. Si prende la responsabilità di calciare il primo rigore della serie, mostrando carattere, ma il suo tiro è neutralizzato e con esso vittoria prende la via a vantaggio degli storici rivali.
Due mesi dopo quella partita allo stadio Ciudad de La Plata, Alvarez ha però la sua rivincita nel Superclasico (River – Boca) di campionato, quando diventa l’uomo del match, nel trionfo del River per 2-1: fa vedere tutta la sua potenza in un tiro imparabile da fuori area, ma anche la sua rapacità da numero 9 nel correggere in rete un cross dentro l’area piccola. Il Boca è matado e con esso le speranze di inseguire il River nella corsa al titolo.
Tra il primo gol del torneo e la doppietta contro il Boca c’è tutta la sua esplosione: segna un gol all’Aldosivi, due contro il Newell’s (in una notte in cui sforna pure due assist di pura tecnica) e uno contro il Rosario Central. Dopo la consacrazione nel superclasico, rifila altri tre gol al San Lorenzo, e nel frattempo entra permanentemente nel giro dei convocati della Nazionale argentina.
Il ruolo da titolare arriva quasi forzato, visti gli infortuni degli attaccanti Matías Suárez e Braian Romero che sono le prime scelte del Mister. Alvarez però sa esaltarsi e cogliere la sua occasione sfornando prestazioni in grado di mettere in grande difficoltà il tecnico Gallardo. Qualcosa di simile gli succede anche nell’albiceleste dove entra tra i convocati della vittoriosa Coppa America 2021 proprio a causa di un altro forfait, quello di Lucas Alario. Idem dicasi per le partite di qualificazione al Mondiale del Qatar 2022, quando nell’Ottobre 2021 è una valida alternativa agli infortuni di Sergio Aguero e Paulo Dybala.
La fortuna, si dice, aiuta sempre gli audaci ma Julian Alvarez ci mette del suo per farsi trovare sempre sul pezzo.
Tornando agli ultimi sei mesi di campionato che lo consacrano, la partita chiave che mette in discesa la strada del River per diventare Campione d’Argentina 2021, è quella giocata alla fine di Ottobre in casa del Talleres di Cordoba, suo diretto inseguitore. Questa partita ha un sapore speciale per Julian Alvarez perchè gioca per la prima volta una partita ufficiale nella sua nativa Cordoba, lui che è nato in quella provincia, nella città di Calchín, il 31 gennaio del 2000. Gioca tutta la partita senza trovare la gioia del gol, ma il River è vittorioso e questi 3 punti danno uno strappo decisivo per le sorti del suo campionato.
Dopo Talleres, nelle seguenti partite, il River deve solo badare a mantenere le distanze dagli avversari e Julian continua ad aggiungere gol alla causa: 1 all’Argentinos Juniors, addirittura 4 al Patronato ed un gol contro il Platense. Non ha risparmiato la sua firma neanche nella partita di consacrazione contro il Racing e nell’ultima giornata contro l’Atletico Tucuman. Con 18 gol è il capocannoniere del torneo.
Di questi, 16 li mette insieme nelle ultime 13 partite ed in meno di 3 mesi è capace di segnare lo stesso numero di gol che nel resto della sua carriera. Quello che impressiona è la naturalezza con cui prende in mano l’attacco del River nel momento peggiore della squadra, dopo la dura eliminazione contro l’Atletico Mineiro in Coppa Libertadores. E’ un portatore sano di allegria, fiducia e gol tutti decisivi.
Dal 27 ottobre 2018, ogni volta che trascorre 100 minuti da titolare al River, Julian segna o fa assist. Il ragazzo che giocava da 10 ed a cui gli si chiedeva disciplina tattica, oggi gioca con la maglia numero 9 e con quella è diventato il capocannoniere del River Plate.
Sembra avere le caratteristiche per essere il classico giocatore che ogni allenatore vuole avere, proprio perché si adatta a varie posizioni e lavora molto per la squadra. Ora a Guardiola l’ardua sentenza.
Ho conosciuto la “Veronica” di Zidane e rimasto stregato dal Superclasico di Buenos Aires . Seguo più gli eventi sportivi da divano che quelli mondani da drink in mano.
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