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Guardiola il Ribelle

Il tecnico del Manchester City in pochi giorni ha ricevuto una multa dalla Federazione Inglese ed una perquisizione da parte della Guardia Civil Spagnola che sta dando la caccia a Pigduemont ex presidente destituito della Catalogna. Due episodi apparentemente senza alcuna connessione ma in realtà con un comune denominatore.
La Federazione inglese già a metà dicembre aveva formalmente richiamato Guardiola per “Ribellione” mentre la Guardia Civil, dal 2014, ha incluso il tecnico in una lista di persone “Ribelli”

Dopo la multa da parte della FA britannica, Guardiola ha dichiarato di accettarla ma ha spostato il focus su una questione di umanità: “Ci sono quattro persone in carcere ed altre costrette a rimanere fuori dal loro Paese e spero che lo Stato Spagnolo possa aiutare queste persone a tornare libere. Voi inglesi ricordate che avete votato la Brexit e concesso uno storico Referendum alla Scozia ed è questo che noi chiediamo” dove quel noi è espressione del popolo catalano.

Ma facciamo chiarezza e contestualizziamo la vicenda ed il profilo dell’uomo.

Guardiola e la Questione Catalana

Il concetto di indipendentismo trova fondamento nella negazione della dipendenza.
John Locke è il filosofo britannico ( sec.XVII) sulle cui dottrina si poggiano i cardini di molti movimenti indipendentisti affermando che “ogni qualvolta il governo nega ai cittadini il diritto alla vita, alla libertà ed alla felicità, allora è diritto del popolo distruggerlo per crearne uno fondato invece su quei principi”.

Guardiola sa che ogni sua mossa o parola può assumere un significato più o meno simbolico nel contesto politico attuale che vive la Spagna. Da sempre il Pep ha concesso la sua immagine al movimento indipendentista catalano ed ha avuto nel tempo un ruolo attivo oltre che un pensiero molto chiaro di quale sia il percorso che la Catalogna deve prendere rispetto al Governo Centrale di Madrid.

Anche da quando è fuori dal Paese, quindi non più allenatore del Barcellona, non ha mai smesso di far mancare il suo appoggio alla causa con endorsement concreti:

  • Nel 2012 ad esempio si connette tramite un maxi schermo con il milione e mezzo di catalani che sono in piazza a manifestare ed esprime virtualmente il suo voto all’indipendenza.
  • Anche durante la sua esperienza al Bayern Monaco ha continuato a dedicarsi in prima persona alla causa catalana come ad esempio partecipando ad una manifestazione di piazza Pro Catalogna che si tiene a Berlino (ed in contemporanea in altre 7 città europee) nel giugno del 2014. Un episodio secondario se non fosse che a seguito del suo intervento la Guardia Civil Spagnola ha aperto un atto formale nei confronti di Guardiola per aver letto un documento che incitava alla secessione.
  • Il 2014 è anche l’anno del referendum promosso dalla frangia indipendentista e mai convalidato da Madrid: con cui l’80% dei catalani votanti si dichiara favorevole alla scissione ed ovviamente Guardiola partecipa al voto dichiarando che “non ci sono leggi che possono impedire la volontà del popolo”.

Storia recente per capire il senso di “Ribellione”

Non ci interessa entrare nel dibattito sulle motivazioni politiche che spingono la Catalogna all’indipendentismo. Ricordiamo solo che nell’autunno del 2017 più di 2 milioni di cittadini catalani si sono avvicinati alle urne per rispondere con un SI o con un NO a questa domandaVuoi che la Catalogna diventi uno Stato indipendente in forma di Repubblica?”

Quanto successo quel giorno è ormai storia contemporanea, con la polizia che è intervenuta per fermare il voto e sequestrare le urne: scontri e cariche verso manifestanti e civili, oltre che spari con proiettili di gomma.
Caos di ordine pubblico e di ordine politico con la svolta del 27 Ottobre 2017 quando il premier Rajoy destituisce Pigduemont ed il governo locale in carica in Catalogna ribadendo che la nazione è unica ed indivisibile come da Carta Costituzionale.

In tutto questo Guardiola non ha mai smesso di essere un gran professionista oltre che un manager vincente e sta continuando ad esportare il suo calcio totale nel resto del mondo.

Quest’anno sembra intanto aver trovato la quadra per portare nuovamente alla vittoria il suo Manchester City. A metà stagione ha già praticamente vinto il campionato, vinto la Coppa di Lega e mettendo mine in Champions League.
In questa settimana il tecnico è stato suo malgrado protagonista di due strani episodi che esulano dal suo credo tattico e che invece hanno radice nel suo credo idealista.

LA PERQUISIZIONE DEL SUO JET PRIVATO

L’allenatore ha confermato che la Guardia Civil spagnola ha ispezionato l’aereo privato in cui viaggiava con la moglie ed i suoi figli una volta atterrati all’aeroporto di Barcellona-El Prat. La Polizia ha precisato che il controllo è stato puramente casuale ma seguono anche le dichiarazioni del il ministro dell’Interno Spagnolo Juan Ignacio Zoido che conferma un lavoro capillare delle forze di sicurezza spagnole per “impedire all’ex presidente catalano Puigdemont di “attraversare il confine con l’elicottero, in aereo o nascosto nel bagagliaio di un’auto”. La dichiarazione suona come una conferma del fatto che Guardiola sia nella lista dei sorvegliati speciali!

MULTATO PER UN SIMBOLICO MESSAGGIO POLITICO

Ufficializzata anche la notizia che la Federcalcio Inglese (FA) ha sanzionato l’allenatore dei blues per non aver rispettato le norme sul regolamento pubblicitario oltre che violato il kit imposto dalla federazione indossando un qualcosa che esprime un esplicito riferimento politico. Pep ha infatti indossato in più occasioni un nastro giallo, simbolo del sostegno ai politici catalani imprigionati.

Prima che ci fosse l’ufficialità della sanzione, Guardiola si era detto felice di riceverla per una così giusta causa: “spero che tutti i politici che sono in prigione possano presto tornare uomini liberi a casa loro con le loro famiglie e continuare a vivere le vite che meritano “

Il resto è storia recente da leggere sui giornali.

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