“Che cos’è un nome? La rosa avrebbe lo stesso profumo anche se la chiamassimo in un altro modo. Dunque cambia il nome, Romeo, e amiamoci tranquillamente.”
(cit. dall’opera Romeo e Giulietta di W. Shakespeare 1596)
Scomodiamo pure William Shakespeare e le diatribe tra le famiglie Montecchi e Capuleti, introducendo il classico concetto che molto spesso vale più la cura dell’apparenza che della forma.
Se la faida tra le famiglie avviene alla luce del sole, si consuma invece sotto traccia l’amore di Romeo e Giulietta che vivono si un sentimento terreno ma sembrano trasportati in una dimensione superiore, salvo poi svegliarsi in un tragico finale.
Tra il sacro ed il profano che contraddistingue da sempre la cultura e la vita quotidiana del popolo argentino, non è da meno l’importanza dell’apodo ( o sobrenombre ) usato con lo scopo, più o meno simpatico, di identificare qualcuno con un punto estetico, affettivo, denigratorio o altro!
Se giochi a Calcio, sei argentino e non hai un Apodo allora hai un problema!
Il valore del soprannome è quello di trasportare la persona che lo porta in una dimensione diversa.
Essere prima di tutto l’ ”apodo” e solo dopo, se gli altri te lo concedono, puoi essere la persona fisica e terrena (senza l’apodo).
L’Albiceleste Argentina, si reca in Russia per il Mondiale con la voglia di essere protagonista insieme alle solite note: La Roja o la Furia Roja spagnola oltre che i VerdeOro Brasiliani o la solita Die Mannschaft Tedesca ( che senza lo spauracchio Italia ci arriva più tranquilla)!
Così come ogni uomo, anche ogni nazionale di calcio ha infatti il suo soprannome.
Gli Argentini sono maestri nell’affibiare soprannomi a tutto ed a tutti!
Abbiamo giocato con i soprannomi dei giocatori della nazionale, tirando fuori un ipotetico 11 titolare rileggendo la formazione “por los apodos y non por los nombres” della selezione che ha preso parte agli ultimi mondiali in Russia:
Armani; Fazio, Otamendi, Mascherano, Ansaldi, ; Di Maria, Banega, Paredes, Perez; Messi, Aguero, Dybala
All. Jorge Sampaoli
già da solo meriterebbe un capitolo a parte sui soprannomi: quando allenava in Perú era conosciuto come el ‘Hombrecito‘, in Chile invece lo chiamavano ‘Dolape‘ che in slovacco vuol dire “agguantare” ma in Spagnolo non si sa…. E’ anche conosciuto come il “Bielsa de los Pobres” per via della sua ammirazione per il tecnico rosarino a cui si ispira.
Franco Armani (Portiere)
in extremis ha preso il posto del Chiquito Romero che da nr. 12 al Manchester United non è riuscito a conquistare la convocazione.
Il suo compagno di squadra al River Plate, Rodrigo Mora, gli ha di recente assegnato il soprannome di Ivan Drago proprio per aver strappato la convocazione per la Russia, patria del celebre personaggio che sfida Rocky Balboa.
Javier Mascherano (difensore/centrocampista)
E’ detto El Jefecito (il Capo da Jefe che viene anche utilizzato nel linguaggio futbolista argentino per identificare i capi delle curve)
Lui stesso ha dichiarato che questo soprannome non gli piace poiché non lo rappresenta né dentro e né fuori dal campo.
Lasciatemi dire che per carisma, personalità e modi di stare in campo è invece un capo ed un leader assoluto dell’Albiceleste.
Federico Fazio (Difensore)
Detto Comandante per la solidità e la calma con cui gestisce la difesa.
In realtà questo soprannome se lo è guadagnato nel suo capitolo recente a Roma dove in effetti spicca per le ottime prestazioni alla guida del reparto arretrato.
Altro apodos di cui si trova traccia per lui è “la Torre” probabilmente per la sua altezza e la sua forza nei colpi testa.
Nicolas Otamendi (Difensore)
E’ conosciuto nel suo Paese con l’appellativo di El General, in ragione del fatto che festeggia i suoi gol con il classico saluto militare con la mano sula fronte.
Per via della sua barba lunga è’ anche conosciuto con il Soprannome di Mohicano che gli conferisce un’immagine ed un portamento da duro.
Cristian Ansaldi (difensore)
Il difensore granata è conosciuto in patria con il soprannome di El Colo, che eredita dal fatto di avere i capelli rossi. Per lo stesso motivo è chiamato Lechuga (lattuga) anche se alcuni
giustificano questo secondo soprannome in una presunta dieta vegetariano che Ansaldi segue.
Angel Di Maria (Centrocampista/Ala)
Detto El Fideo, per quella sua connotazione fisica.
All’apparenza gracile, longilineo e con le braccia fini e lunghe, ricorda uno spaghettino.
Ha la classica storia sudamericana fatta di povertà, di padre che lavora in miniera e di come il calcio ha sorriso ad una situazione precaria.
Se cercate El Fideo su Google Translate non viene fuori niente, ma il lunfardo, la lingua del Tango, in realtà esiste solo in Argentina!
Ever Banega (centrocampista)
El Tanguito deve il suo appellativo al repertorio funambolico e ritmico del suo gioco. Al cambio di passo che spesso le sue giocate imprimono alla partita.
Un Tango di Gardel in versione futbolistica, nulla di improvvisato ma in Italia, lo sanno bene i tifosi dell’Inter, siamo rimasti agli accordi di Toto Cutugno
Leandro Paredes (centrocampista)
Nel 2012, a 18 anni era già nella prima squadra del Boca Juniors.
Classe cristallina, piedi e fantasia! Tanto era bastato all’epoca, in un Boca post Riquelme a fargli guadagnare l’apodo di El Nuevo Roman.
Per chi conosce il valore simbolico di Roman Riquelme per il mondo Boquense, si rende conto che non è stato facile né ricevere e né portare un soprannome di questo tipo.
Nel tempo è conosciuto anche con il meno scomodo soprannome El Mago.
Enzo Perez (Centrocampista)
Come per sua stessa ammissione, suo padre era un tifoso del River Plate, e quando nacque il figlio maschio gli fu dato il nome Enzo in omaggio ad Enzo Francescoli che ha fatto parte della gloriosa storia del Club di Baires. Ovviamente ha chiamato Enzo (Enzo Santiago) anche il suo primogenito. Di Francescoli non ha però ereditato il soprannome de El Principe per ovvi motivi tecnici.
Sembra non avere un suo soprannome, ma oltre ad essere giocatore è anche un Tifoso del River Plate.
A volte la curva della sua squadra gli canta un coro chiamandolo “Re” (probabilmente partendo dal legame che ha con El Pricipe Francescoli)
Leo Messi (Attaccante)
Conosciuto come La Pulga (La Pulce) per via della sua esile corporatura. Si è scritto e detto tanto su di lui che preferisco tacere.
Vi dico solo che all’ interno dello spogliatoio del Barca è chiamato El Presidente, per via del fatto che è il giocatore più forte del Gruppo che in questo modo glie lo riconosce.
PS. C’è già chi lo chiama DIO ma al momento non scomodiamo il più grande Diego Maradona conosciuto anch’egli come DIO o anche D10S
Sergio Leonel Aguero del Castillo (Attaccante)
Lui più che avere affibiato un soprannome, Lui è stato ribattezzato!
Si perché è conosciuto come Sergio “El Kun” Aguero ed anche nella distinta dell’arbitro e sulla maglia da gioco compare ormai come parte del suo nome anche il suo Apodo.
Il nome deriva dal titolo dell’Anime giapponese Kum Kum il Cavernicolo, che ha per protagonista un bambino di 5 anni che vive all’età della pietra.
Fu un certo Jorge Chetti, suo vicino di casa ed amico d’infanzia che gli dette il soprannome in quanto era solito guardare insieme la serie animata e pare che il piccolo Sergio manifestava un’attrazione davvero speciale per Kum Kum.
Si è talmente immedesimato nella realtà del suo soprannome che nel 2016 ha denunciato una paninoteca di San Miguel de Tucumán (nella provincia di Santa Fè) rea di chiamarsi Sandwichería El Kun sfruttando perciò la sua notorietà.
Gonzalo Higuain (attaccante)
E’ risaputo che il Pipita Higuain deve tale soprannome al Padre. Infatti Higuain Senior era soprannominato Pipa per via di un naso molto prorompente oltre che avere la particolare caratteristica di aver giocato sia per il Boca Juniors che per il River Plate!
Curiosamente si era diffusa la notizia che invece Gonzalo Higuain fosse detto Pipita per il fatto di essere ghiotto di un particolare snack salato, detto appunto Pipas e molto diffuso in Argentina e che ricorda molto da vicino i nostri comunissimi grissini. In realtà il Pipita è solo il piccolo pipa.
Paulo Dybala (attaccante)
Il soprannome con cui è conosciuto, “La Joya“, deve la paternità ad un giornalista argentino del quotidiano La Mañana de Córdoba che nel 2011 gli dedica un’articolo definendolo un gioiello, un diamante di altissimo valore per chi lo vorrà comprare non scoraggiando però Zamparini! Da allora in poi ogni volta che si scriveva di Paulo si utilizzava l’apodo Joya ed i social network contribuirono a renderlo virale.
Immaginiamo dunque la distinta dei telecronisti argentini all’ultimo mondiale che recitava più o meno così:
Chiquito; Jefesito; Comandante, General, Lechuga; Fideo, Tanguito, Nuevo Roman, Enzo; Pulga, El kun, Joya.
All. Hombrecito
E se la rosa è un fiore che emana lo stesso profumo a prescindere da come la chiami, allora anche la Rosa dell’argentina esprime il suo potenziale a prescindere dal nome degli interpreti.
Ho conosciuto la “Veronica” di Zidane e rimasto stregato dal Superclasico di Buenos Aires . Seguo più gli eventi sportivi da divano che quelli mondani da drink in mano.
what do you think?