L’attaccante argentino sta illuminando la scena del campionato italiano di Serie A.
Parlano i numeri da finalizzatore eccezionale, ma ci sono altri aspetti che ne fanno l’uomo di cui l’Inter ha bisogno per ritornare grande: la sua forte ambizione e l’innata cultura del lavoro. Questo 10 atipico ha tutto il potenziale che serve per diventare protagonista assoluto nel panorama calcistico mondiale da qui ai prossimi 10 anni. La nazionale argentina lo ha messo al centro del progetto insieme a Dybala e con Messi a fare da chioccia ai due giovani talenti.
E nulla nasce per caso…
Chi era Lautaro Martinez
Martinez è nato a Bahía Blanca, una città invasa dal basket e da dove arriva anche il grande cestista Manu Ginóbili al quale probabilmente si deve l’altra passione di Lautaro, il basket appunto. Gioca con la palla a spicchi fino all’età di 15 anni, ossia fino a quando non gli dicono che deve scegliere: o il basket o il calcio e lui non ha avuto dubbi sul voler essere un calciatore.
L’amore per il calcio lo si deve invece alla storia di suo padre: Mario Martínez (classe 1972), è stato infatti un terzino sinistro capace di ritagliarsi un’onesta carriera nelle serie minori del campionato argentino malgrado non sia riuscito mai ad arrivare a giocare in prima divisione.
Il giovane Lautaro passa la sua adolescenza nella cantera del Liniers de Bahía Blanca, un piccolo club che gioca nella quarta serie argentina. Malgrado la giovane età si distingue al punto che nel 2013, quando ha 16 anni, si guadagna le convocazioni per la rappresentativa sub-17 che gioca il torneo nazionale.
E’ un anno indietro rispetto a compagni ed avversari, tutti più grandi di lui, eppure ha la fascia di capitano e con i suoi 13 gol porta con orgoglio la squadra della sua città a giocarsi la Finale Nazionale contro la rappresentativa della città di Rosario, che aveva tutti giocatori pescati dalle giovanili dei due club professionistici di Central e Newell’s. La finale non ha un lieto fine per i ragazzi della provincia che si arrendono però solo ai rigori dopo un 2-2 in cui Lautaro mette la sua firma.
Fu un certo Fabio Radaelli, all’epoca allenatore delle giovanili del Racing di Avellaneda, a scoprire il talento del giovane Lautaro. In uno dei tanti test che si giocano solitamente al giovedì, la squadra dei giovani va a fare da sparring partner ai grandi del Club Liniers. Quelli del Racing sono lì per visionare un altro calciatore ma come nelle favole e quasi per caso si imbattono in quel piccoletto che da lì a poco approda nel leggendario club di Avellaneda nonchè vecchio club di Diego Milito, attaccante che con la maglia dell’Inter ha conquistato l’ambito Triplete.
Quando Lautaro arriva al Racing nel 2014, non è ancora maggiorenne ed ha difficoltà ad adattarsi a quella che è soprattutto una nuova esperienza di vita. C’era tutta la carica dell’emozione e dell’orgoglio per un sogno che si stava concretizzando ma per un ragazzo di quell’età non è facile perdere la quotidianità della vita familiare. Ci sono stati momenti molto duri ma il calcio sa guarire ogni male e quell’anno lo sconosciuto di Bahia realizza 26 centri in 26 partite: numeri che lo proiettono dritto in prima squadra. Succede tutto molto velocemente, anche a causa dell’infortunio dell’attaccante titolare Lisandro Lopez, che gli apre le porte della prima squadra dove riesce a confermarsi a suon di gol ed alla luce di ottime prestazioni generali.
Col Racing, Lautaro Martinez ,si è subito contraddistinto facendo gol ed entrando in campo spesso con la fascia di capitano a dimostrazione della stima e della considerazione che il Club nutriva sin da subito su di lui.
Il suo esordio con la maglia della Selección avviene invece nel marzo del 2018 quando non ha ancora vent’anni, in un’amichevole contro la Spagna al Wanda Metropolitano di Madrid. Da allora ha scalzato sempre più posizioni, sostituendo prima Gonzalo Higuain e poi Mauro Icardi, del quale prenderà il posto nel suo attuale club, ovvero l’Inter.
Prima di sbarcare in Italia fa in tempo a cucirsi addosso il suo soprannome “el toro” affibbiatogli per una giocata fatta nel corso di una partita contro l’Indipendiente, ovvero: un poderoso stop della palla di petto, con un movimento decisamente taurino.
La sua esultanza invece rimanda alla sua emoticon preferita, cioè quella che incrocia le braccia, proprio come fa al cospetto dei suoi tifosi dopo ogni gol.
Questo il Gol di Lautaro Martinez da cui deriva il soprannome di EL TORO
Lautaro Martinez oggi
Le sue caratteristiche principali sono la forza fisica e il tiro potente: Lautaro è il classico giocatore che vive per il gol, con la tendenza a tornare a centrocampo a prendersi la palla oppure a virare sull’esterno per poi accentrarsi tagliando l’area in profondità, diventando spesso letale sotto porta come Radamel Falcao e Luis Suarez.
Sponsorizzato grandemente da Diego Milito, eroe del Triplete conquistato dalla squadra nerazzurra nel 2010, Lautaro Martinez approda all’Inter nel luglio del 2018, che ne acquista il cartellino alla cifra di 25 milioni di euro. Se con l’allenatore Spalletti non ha mai trovato continuità, dovendo suo malgrado restare sempre all’ombra di Mauro Icardi, con l’arrivo di Antonio Conte nell’estate del 2019 raggiunge la sua piena consacrazione. Con Romelu Lukaku l’affinità si è perfezionata velocemente ed i gol, così come le prestazioni in Champions League gli sono valsi l’etichetta di attaccante di caratura internazionale.
Dal suo arrivo ad oggi, l’esperienza italiana di Lautaro è stata un crescendo ma la sfida si fa inevitabilmente più difficile: mantenere il livello raggiunto e continuare a migliorare.
Tatticamente, con l’aiuto di Conte, è migliorato moltissimo nelle posizioni da mantenere in campo per dare equilibrio nelle due fasi di gioco. Condiziona con i suoi movimenti l’uscita veloce della squadra dai recuperi difensivi, riesce a trovare giocate efficaci all’economia di gioco ed anche con i piedi sembra essere migliorato.
Ha avuto un processo di crescita graduale, specialmente nei primi sei mesi. Ha affrontato molto bene il suo periodo di adattamento ed oggi Lautaro è un animale. Sta dimostrando che ha il potenziale per giocare ovunque e soprattutto sembra avere le condizioni mentali e fisiche per mantenere questi standard elevati. Il suo carattere volto al sacrificio insieme al suo carisma sono elementi che invece scaldano i cuori dei tifosi nerazzurri che oggi sono letteralmente innamorati di lui.
Proprio come le belle donne, anche i grandi calciatori hanno tanti occhi addosso. Le grandi squadre europee hanno inevitabilmente messo Lautaro nella lista dei desideri… Voci insistenti parlano di un Real Madrid che, in cerca del sostituto di Benzema, avrebbe l’intenzione di puntare tutto sull’argentino. C’è anche il Barcellona che sembra fare sul serio proprio su consiglio diretto di Leo Messi che stravede per il compagno di nazionale.
La clausola rescissoria fissata dall’Inter è di 111 milioni: una cifra che oggi pare non impossibile per i maggiori club europei ma soprattutto non più proporzionata al valore del giocatore. C’è però da sottolineare come l’Inter abbia avviato ormai da tempo i contatti con l’agente del calciatore argentino con la finalità di elevare l’entità della clausola o addirittura eliminarla, con tanto di rinnovo del contratto a cifre più adatte alla levatura del talento di Bahía Blanca. Attendiamo per scrivere il capitolo : Lautaro Martinez Domani.
Ho conosciuto la “Veronica” di Zidane e rimasto stregato dal Superclasico di Buenos Aires . Seguo più gli eventi sportivi da divano che quelli mondani da drink in mano.
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