Alisson Becker. Nome da cartone animato giapponese ispirato al mondo del calcio e faccia da bravo ragazzo. Sta vivendo un inizio di stagione che lo sta consacrando tra i migliori al mondo nel ruolo.
Diverse settimane fa è intervenuto in diretta sulla pagina Facebook della Roma e ci ha tenuto a precisare di come l’attuale momento, positivo e di crescita, è il risultato del lavoro fatto lo scorso anno: portato a Roma da Walter Sabatini non ha praticamente mai giocato ma ha sempre sentito la fiducia dell’ambiente lavorando sodo per farsi trovare pronto quest’anno.
Cercate ed ottenute nel 2017 le casacche titolari della Roma e della Nazionale Brasiliana con la quale punterà a vincere i prossimi mondiali in Russia.
Dicevamo di una faccia da bravo ragazzo, di un carattere che sembra schivo e di poche parole, forse per via di quella gaffe fatta appena arrivato nella squadra giallorossa quando intervistato da una televisione brasiliana si divertiva a sottolineare di come a Roma nella cultura popolare un “Vaffa è buono“ e non si nega a nessuno [ma la bestemmia NO].
ATTENZIONE IL VIDEO CONTIENE UNA BESTEMMIA E POTREBBE URTARE LA VOSTRA SENSIBILITA’.
PRONTO A GODERSI IL MOMENTO
“Quando mi ha comprato la Roma mi sentivo già pronto, anche nello scorso campionato avrei giocato in questo modo. Ho fiducia nel mio lavoro e sapevo che questo sarebbe stato un anno bello, voglio continuare così.”
Considera, quella fatta nei minuti finali contro l’Atletico Madrid, la sua parata più bella in stagione.
Guardando alla Champions, mentre a Donetsk gli stessi che in occasione del sorteggio si erano detti felici di aver pescato la Roma si stanno ancora disperando , a Roma Alisson pensa già all’affascinante sfida contro il Barcellona di Leo Messi generalizzando su come in Europa ci sono solo squadre fortissime e quindi per forza toccava un avversario forte. Mantiene un profilo basso il portierone seppur convinto che con il giusto approccio la Roma può davvero vincere contro chiunque.
MA CHI E’ ALISSON BECKER?
Tempo fa si è raccontato n un’ intervista per il quotidiano brasiliano O Globo e ne è venuto fuori un ragazzo tranquillo per certi versi abituato ai riflettori ma è difficile fargli dire una parola fuori posto.
Quando era all’Internacional si era guadagnato il soprannome di “O goleiro muso” per via del suo aspetto fisico da modello. Ma è lui stesso a dichiarare che se non avesse fatto il Calciatore forse avrebbe intrapreso una carriera da Militare! (Strano per uno che gira con un cane shitsu chiamato Shakira!)
Ha in Ayrton Senna uno dei suoi maggiori idoli. Pare gli brillino gli occhi ogni volta che parla del compianto pilota di Formula 1 al quale vorrebbe assomigliare negli atteggiamenti. Era infatti fonte di ispirazione e gioia per i Brasiliani ed a suo modo come calciatore della Selecao sa che lui stesso potrebbe arrivare a regalare quelle stesse sensazioni.
Non ha mai fatto mistero di avere in Taffarel una fonte di ispirazione per il ruolo da numero 1.
Tra i portieri moderni guarda a Neuer anche se non ha le stesse caratteristiche di gioco con i piedi e di lettura degli spazi. Ha invece sempre una parola speciale per i meno famosi due Marquinhos (Trocourt e Lopes, ex portieri dell’Internacional), dei quali dice che sono stati molto importanti per la sua formazione.
Si definisce un uomo semplice, amante della tranquillità del salotto famigliare e di qualche hobby scontato come la campagna e la pesca. Come molti brasiliani è legato alla figura di Gesù e legge molto la Bibbia. Insomma troppe frasi come da copione e troppo bravo ragazzo tanto da dubitare che sia tutto vero ma ci atteniamo alle sue dichiarazioni tra le quali, tornando al calcio, spicca una forte voglia di diventare il migliore del mondo:
“Non ho mai dubitato di me stesso. Ho sempre creduto nel mio potenziale e nel lavoro quotidiano. Mi sono preparato ad essere dove sono e mi preparo ad essere il migliore. Forse non lo sono. Non raggiungerò mai la perfezione, ma lavorerò per essere il più vicino possibile a quel livello”
Ho conosciuto la “Veronica” di Zidane e rimasto stregato dal Superclasico di Buenos Aires . Seguo più gli eventi sportivi da divano che quelli mondani da drink in mano.
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