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Il colore albiceleste del talento – Estilo 10

Calcio di strada, talenti, Boca-River e Maradona: la cultura del calcio in Argentina approfondita con Lorenzo De Santis

 

Oggi Lorenzo De Santis è probabilmente la figura italiana più autorevole con cui parlare di calcio argentino.

Una chiacchierata con lui è un viaggio in un continente, quello Sudamericano, dove il calcio ha sempre rappresentato molto più di un semplice spettacolo sportivo, fino ad a innalzarsi al rango di una vera e propria religione popolare”.

 

Ogni volta che [in Argentina] un bambino prende a calci qualcosa per strada, allora lì ricomincia la storia del calcio [insieme al lavoro di Lorenzo De Santis]

Chi, come Lorenzo, si occupa di gestire calciatori lo fa con basi solide non solo professionali ma anche umane, poichè non può prescindere da 2 fattori:

il rapporto personale: che si instaura tra l’agente ed il suo assistito;
il rapporto di fiducia: che va oltre l’aspetto giuridico.

Estilo 10 è il nome dell’Agenzia di intermediazione sportiva di De Santis. Una parola ed un numero poco casuali visto che quando si accompagnano insieme trasudano passione di futbol latino.

Infatti, proprio il Sudamerica ed in particolare l’Argentina, sono ciò che hanno ispirato Lorenzo per identificare la sua attività di procuratore ed intermediario.

Lorenzo è maledettamente destinato a dover sapere di calcio, a tessere relazioni, a viaggiare in lungo ed in largo l’Argentina, ad immaginare se quel calciatore che ti affida un mandato sarà poi in grado di fare bene in un campionato ed in un mondo diversi.

La sua intuizione è stata, come mi dice lui stesso, quella di specializzarsi. Ha creato una società che è un punto di riferimento in termini di sinergia con il mercato argentino e sudamericano in genere.

Estilo 10 vuole dunque rappresentare la ricerca continua della qualità ed il 10 è il numero del talento per eccellenza, proprio quello che lui insegue costantemente nello scouting di nuovi calciatori.

Quando ho parlato con Lorenzo era per lui la vigilia di una nuova partenza: un volo per l’Argentina la prima volta dopo la Pandemia da Covid19.

Più di due anni di assenza dal Paese del Sole che Ride e tante sensazioni sia sul piano umano che professionale:
“Una grande felicità poter tornare in Argentina dopo l’ultima volta nel novembre 2019.
In questi due anni c’è stata comunque la possibilità di portare i giocatori in Italia, quindi lavorare e mantenere i rapporti, però non è la stessa cosa.
C’è entusiasmo per poter riprendere a fare quello che più mi sta a cuore, ovvero lo scouting dei giovani talenti, e finalmente farlo in presenza”.

Di seguito scorrono le parole di Lorenzo che tocca gli argomenti sprigionando passione e regalandoci un momento intenso di letteratura sportiva.

A proposito di Futbol de Potrero e cultura del calcio argentino

Resiste romanticamente il calcio di strada. Nessun dubbio per Lorenzo sul fatto che il Futbol de Potrero in Argentina è vivo e vegeto: <<…Se ti metti a parlare con gli addetti ai lavori argentini tantissimi ti diranno che il giocatore forte, che ancora non è sotto gli occhi di tutti, lo puoi scovare solo in certi tornei. Resiste la tradizione di giocare quei tornei minori ed addirittura tanti interessanti prospetti si perdono in questo percorso.

Se pensiamo che Buenos Aires è una città che da sola ha quasi la metà dei Club che giocano in Primera.

Ma non solo: esistono infatti anche il campionato Nacional di Buenos Aires e la Segunda Nacional di Buenos Aires, perciò è evidente che c’è un numero di club e di calciatori talmente concentrato e fuori controllo che, inevitabilmente, non tutti i giocatori sono attenzionati. Anzi, ci sono tanti ottimi calciatori che proseguono una carriera parallela e che spesso danno spettacolo in campi meno blasonati. Un fenomeno questo che resiste e prosegue in Argentina.

L’Argentina, intesa come movimento calcistico, ha però il coraggio di lanciare tanti ragazzi giovani a cui viene data la possibilità di giocare con continuità. Non tutti ovviamente sono destinati ad arrivare nei migliori campionati europei però c’è un ricambio tale che permette ai club, quando c’è un giocatore pronto di buttarlo dentro.

Questo è un approccio che diventa un asset per le società calcistiche (anche per i club più ricchi come Boca e River) poichè quando arriva l’offerta congrua, sia per accontentare il giocatore e sia anche per monetizzare, spesso le società vanno incontro alle richieste di cessione>>.

Raccontami della passione che trasmette un Boca-River

<< …É uno spettacolo che va ben oltre il calcio perchè è un senso di appartenenza per entrambe le squadre che sconfina veramente nel fanatismo e, spesso e volentieri, lo vedi nella quotidianità, nella vita di tutti i giorni.

Il Boca è poi storicamente la squadra che si lega al quartiere de La Boca, ma che abbraccia anche la fascia più popolare del Paese. Questo si vive dentro lo stadio de la Bombonera dove, quando la Doce salta, hai realmente l’impressione che possa venire giù la curva. E’ un impianto vecchio, tanto che in questo momento richiederebbe lavori di manutenzione e di messa in sicurezza, proprio perchè la passione ogni volta fa riempire la Bombonera ben oltre la capacità di gente realmente consentita.

Però è uno spettacolo unico poter assistere anche solo ad una partita alla Bombonera.

Come è altrettanto una grande emozione assistere alle partite in casa del River. Lo stadio Monumental è uno stadio più grande e dispersivo dove si vive un’atmosfera diversa ma non per questo meno coinvolgente. Ho visto il River giocare anche in serie B e comunque mi rimane il ricordo di uno stadio che era stracolmo nonostante una squadra di quel livello non giocasse il campionato di massima serie.

Questa è una rivalità talmente radicata nella cultura argentina che inevitabilmente ha avuto un passaggio importante con la Final del Siglo di Madrid, anche per i motivi per cui si è arrivati a giocarla in campo neutro in Spagna (ovvero sicurezza ed ordine pubblico).

Ed un Superclasico è anche in grado di indirizzare la carriera dei rispettivi allenatori. A Madrid c’erano due allenatori in rampa di lancio. Uno era Guillermo Barros Schelotto per cui ho avuto mandato di farlo venire in Europa proprio in quei mesi, ma poi ha preso una strada diversa.
E l’altro era el Muneco Marcelo Gallardo che vincendo quella finale si è guadagnato la gloria eterna.

Gallardo oggi è per distacco l’allenatore più europeo di tutto il Sudamerica e sta facendo un lavoro straordinario sia per quanto riguarda la crescita di tanti ragazzi, sia nel raggiungere i risultati sportivi>>.

De Rossi al Boca Juniors ha fatto il viaggio al contrario

<<…É stata una scelta sicuramente molto romantica per un giocatore che da un lato non voleva smettere di giocare e dall’altro non voleva indossare una maglia diversa da quella della Roma, almeno in Italia.

E quindi credo che poi sia stata una scelta realmente di passione. Il cruccio è stato che l’esperienza è durata davvero una manciata di mesi per via delle condizioni fisiche non ottimali di De Rossi, unito anche al cambio di presidenza del Boca.
Infatti lui era arrivato con Burdisso direttore sportivo del club, con cui erano stati compagni alla Roma. Poi dopo le elezioni del club, Burdisso lascia il posto a Riquelme.

Forse ha voluto Riquelme stesso dare dei segnali di discontinuità con la gestione precedente e quindi poi De Rossi è finito per rimanere al Boca solamente per 6 mesi.
Però, lo stesso De Rossi non perde mai l’occasione di rimarcare quanto, in questa esperienza, abbia toccato con mano la passione viscerale di un Paese che vive realmente per il calcio, nonostante tutte le difficoltà ed i problemi sociali che si porta dietro>>.

Nomi e Cognomi sul taccuino: argentini pronti a sbarcare in Europa?

In tempo di calciomercato, noi appassionati siamo tutti Agenti e Direttori Sportivi!
Per questo motivo mi sento a mio agio nel parlare con Lorenzo De Santis, anche di calciomercato, spacciandomi per scopritore di talenti.

Dico a Lorenzo di un mio amico che lavora nella segreteria  del Club Lanus e che, ogni giorno, mi scrive che hanno un fenomeno lì che si chiama Pedro de La Vega. Sono convinto di dare una dritta a De Santis che però mette le cose al suo posto nella nostra chiacchierata 😄: ” De la Vega, è un giocatore per cui io ho avuto un mandato per il Milan già nell’estate del 2019, quindi è un calciatore che conosco molto bene. E’ un’ala, un esterno, un giocatore tecnico e rapido”.

Il Lanus in qualche modo, se vogliamo utilizzare un parallelismo, è l’Atalanta di Argentina in questo momento. Un club ambizioso e solido da un punto di vista finanziario che sta sfornando tantissimi talenti e quando fa un prezzo è una bottega cara. Non va a svendere i suoi giocatori “.

Però ci sono tanti giocatori interessanti anche perchè lì è diversa la prospettiva: l’Argentina è  un Paese fabbricante e venditore di calciatori.

<<Rimanendo a Lanus c’è Franco Orozco un 2002 esterno offensivo rapido e tecnico del quale sentiremo parlare poichè è un giocatore che ha una prospettiva importante. Sempre nel Lanus in questo momento l’uomo di copertina è però Lopez, attaccante ventunenne che alla prima stagione ha fatto 13 gol in 27 partite suscitando anche l’interesse della Fiorentina.

Ma la scoperta del talento, al contrario di quanto si pensa, non basta. Le sole doti tecniche non sono sufficienti per essere valutati come calciatori appetibili sul mercato europeo.

Anzi, ci sono nuove rotte di mercato rispetto al classico tragitto Sudamerica/Europa. Cito ad esempio Thiago Almada un giovane talento finito in MLS, ad Atlanta, diventando l’acquisto più caro nella storia del campionato americano. Il suo mancato sbarco in Europa è però riconducibile al fatto che, probabilmente, i club del nostro continente non lo hanno valutato come facilmente adattabile alle caratteristiche europee.

Almada ha infatti un talento eccezionale però ha due problematiche rispetto ad un eventuale arrivo in Europa: il primo è il passaporto extracomunitario e statisticamente i giocatori che arrivano senza passaporto comunitario sono veramente pochi. Secondo: il fatto che ha una storia particolare perchè arriva dal Barrio di Forte Apache, lo stesso di Tevez, ed è un giocatore che ha un vissuto extra calcistico in un contorno non semplicissimo.

Gli stessi motivi che hanno condizionato anche il mancato arrivo in Europa di un altro giocatore come Almendra del Boca: anch’egli con un extracampo magari non sempre lineare.

La scommessa vera è l’adattamento ai nostri campionati. Se pensi che un mio assistito, Bruno Amione, tre anni fa è stato inserito nella lista dei 2000 più forti al mondo eppure,  quest’anno ha sgomitato per giocare in serie B. Questo ci fa capire come in Italia c’è una mentalità che porta spesso ad essere eccessivamente prudenti nel lanciare i giovani.

Ed è questo forse il divario culturale più importante tra calcio Sudamericano e calcio Italiano.
Nei campionati sudmericani si va a premiare il talento ed il merito a discapito della carta d’identità.  

Un altro ricordo è legato al giovane Nico Gonzalez. Un giocatore che ho visto la prima volta in Argentina quando giocava in serie B con l’Argentinos Juniors e per cui, attraverso il suo vecchio procuratore, poi ebbi la possibilità di proporlo in Italia.

Al tempo costava 3 milioni però i club italiani non si sentirono di fare offerte per un giocatore che poi è costato, come si sa, diversi milioni in più sia allo Stoccarda che alla Fiorentina.

Nel fare il mio mestiere c’è davvero il piacere di scoprirli i giocatori, di vederli prima e questo piacere sconfina oltre la professione da appassionato di calcio quale sono>>.

E’ inoltre interessante il punto di vista di Lorenzo, in qualità di addetto ai lavori, sull’effetto della pandemia nelle dinamiche di calciomercato in quanto:
<< …Tutti i club hanno risentito molto di questo periodo poichè i presidenti sono imprenditori che, inevitabilmente, per far fronte ai mancati incassi ed in generale alla perdita di liquidità finanziaria, hanno ridotto i Budget e creato nuovi equilibri.

Abbiamo visto in questi ultimi anni tantissime operazioni fatte con prestiti o con diritto di riscatto, o prestiti biennali e pagamenti dilazionati. Quindi quello che ha risentito più di tutto di questo fenomeno è stato proprio il prezzo dei cartellini. Hanno retto a livello di quotazione solamente i calciatori top >>.

Il personale omaggio a Diego Maradona

Il lavoro di Lorenzo è un continuo omaggio anche alla figura di Maradona, la cui effige è presente anche nel logo di Estilo 10.

“Se tu parli di futbol sudamericano è chiaro che il primo pensiero va a Diego Maradona. Io sono molto amico del presidente del Gimansia, l’ultimo club che Diego ha allenato, ed ho avuto la fortuna e l’onore di conoscerlo in occasione del suo 59° compleanno. Ho chiacchierato con lui di calcio e di come il calcio era ai suoi tempi.

É un ricordo bellissimo.  E’ e rimarrà, quella di Maradona, la figura più grande del calcio Argentino.

 

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