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Corea del Nord: Impatto emotivo alle Olimpiadi Invernali 2018

“l’importante non è vincere, ma partecipare”

Così affermava Pierre de Coubertin, barone fondatore delle Olimpiadi Moderne, e che viene ancora oggi recitato nel Giuramento Olimpico.
Con molta probabilità le Olimpiadi invernali del 2018 rimarranno nella storia, non solo per come hanno esaltato lo sport, ma soprattutto per la mediazione politica e la diplomazia in campo estero.

In un primo momento ha fatto molto clamore la volontà di Moon (rappresentante della Corea del Sud) di far incontrare Kim Yong-nam (rappresentante della Corea del Nord) e Mike Pence (rappresentante degli Stati Uniti d’America).

COME E’ INIZIATA L’AVVENTURA NORD COREANA ALLE OLIMPIADI INVERNALI

In realtà dietro la grande festa non sono mancati gli scontri e le problematiche da risolvere. E’ risaputo ad esempio che quando la nave Mangyongbong, con a bordo una parte della delegazione della Corea del Nord, è arrivata al porto di Donghae, sono avvenuti i primi tafferugli tra la polizia e coloro che si erano radunati lì per manifestare contro la presenza della Nord Corea ai giochi olimpici. Come se non bastasse la nave è rimasta a secco di carburante, ma nonostante il capitano, chiedesse di poter fare rifornimento, gli è stato risposto che non era possibile considerate le sanzioni internazionali, imposte proprio alla Corea del Nord, per il suo piano missilistico e nucleare; ovviamente il governo della Corea del Sud in questo caso ha preso tempo.
In realtà il problema delle sanzioni internazionali, nei confronti della Corea del Nord, sono state dei veri e propri grattacapi per gli organizzatori dei giochi olimpici, che hanno dovuto trovare il modo di aggirare le sanzioni, fare eccezioni su eccezioni e ricorrere in alcuni casi al Consiglio di Sicurezza dell’ONU.

ANTEFATTO STORICO

In realtà bisogna fare un passo indietro e capire cosa è successo tra la Corea del Nord e Sud, perché il vero evento storico è proprio questo: era dal 1945 che un rappresentante della Corea del Nord non metteva piede in Corea del Sud. Immaginarsi che le ”due Coree” hanno anche sfilato sotto la stessa bandiera, durante la cerimonia di apertura dei giochi olimpici ha dell’incredibile!

Ma cerchiamo di capire! Nel 1945, durante la Seconda Guerra Mondiale Russia e Stati Uniti liberano la Corea dall’Impero Giapponese. Si formano così due nazioni all’interno della stessa nazione, Corea del Nord, stato divenuto socialista ( a tratti stalinista o isolazionista), e Corea del Sud, stato governato dai filo-occidentali o da militari. Da allora nessun rappresentante ha messo piede nello stato ”fratello”; certo con il tempo piccoli passi verso una riappacificazione erano stati fatti, ma tutto sembrava troppo lontano o troppo politicamente diplomatico per essere vero!

LE OLIMPIADI E LO SPORT COME TRAINO DI PACE
due Coree ed un’unica Bandiera

A gennaio del 2018 si susseguono tanti incontri e colloqui tra le due Coree, tanto che si arriva al punto che si decide di dover dare alle rispettive nazioni forti segnali di disgelo. Cosa c’è di meglio della partecipazione della Corea del Nord ai giochi olimpici del 2018 che si terranno in Corea del Sud?

Beh già questa sarebbe stata di per se una bellissima notizia, un tassello importante che avrebbe fatto pensare ad una riappacificazione delle nazioni e dei rispettivi governi. Questo però non è bastato, bisognava dare un segnale ancora più forte, qualcosa che avrebbe fatto storia! Bene, quella pagina di storia, si può tranquillamente dire che è stata scritta!
Al momento della sfilata delle varie nazioni che partecipano ai giochi olimpici, si è notata una bandiera nuova. Una bandiera il cui sfondo era bianco e sulla quale era rappresentata l’intera penisola coreana!

Ecco il tripudio, Corea del Nord e Corea del Sud hanno sfilato sotto un’unica forma, come un’unica squadra, e i rappresentati dei rispettivi paesi erano in piedi tra sorrisi e sguardi di intesa che salutavano i propri atleti, infondendogli la carica e la forza di una partenza nuova.

CASI AL LIMITE

Vero è che non sono mancati i momenti di imbarazzo per il CIO poiché la bandiera unica non ha impedito la presenza di bandiere nordocoreane in mezzo alle folla di tifosi che segue i giochi a Pyeongchang.
Mark Adams, portavoce del Comitato Olimpico Internazionale ha detto a riguardo che “La bandiera ufficiale è quella che ha sfilato durante la cerimonia di inaugurazione, approvata dall’accordo del 23 gennaio a Losanna. “ – e che – “La bandiera della Corea del Nord non dovrebbe essere sulle tribune ed è contro le regole esibirla”. 
In pieno spirito olimpico di fratellanza e sportività tra gli atleti ed i popoli come si fa a vietare ai tifosi nordcoreani, o a quelli di qualsiasi altra nazione, di non esibire la bandiera del proprio paese”?

“Siate fiere, l’importante è che avete lottato e che avete dato tutto quello che potevate”. E’ quanto il presidente della Corea del Sud, Moon Jae-in, ha detto alle giocatrici di hockey della squadra delle Coree unite dopo la sconfitta 8-0 con la Svizzera all’esordio del torneo dei Giochi Olimpici di Pyeongchang.

A riferirlo in conferenza stampa è stato il portavoce del Cio, Mark Adams: “Il presidente è sceso negli spogliatoi, è stato un momento forte per i Giochi. Così come è stato importante che per tutta la partita il presidente Moon e i vertici della delegazione nordcoreana (composta da Kim Yo-jong, giovane sorella del leader del Nord e dall’anziano Kim Young-nam) abbiano parlato. Questo è un esempio dello spirito olimpico”.

Sappiamo anche che solitamente i cittadini della Corea del Nord hanno libero accesso alle trasmissioni che trasmettono le emittenti della vicina Corea del Sud. Pare però che al momento il governo di Kim Jong-un ha deciso di non trasmettere nessuna immagine dei Giochi in modo da non far trasparire come la vicina regione del Sud sia ricca ed in grado di organizzare un evento mondiale di tale portata.
Chissà se questa decisione è dovuta al fatto che difficilmente la squadra Nord Coreana è in grado di vincere una medaglia. Perciò prevale forse la volontà di non ledere l’immagine di un Paese e di un regime che vede nello sport un valore nazionale.

Ora non rimane che attendere la fine dei giochi olimpici per capire se la pace sarà davvero duratura!

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