Davanti ad un grande giocatore come Paul Scholes, le parole di Jose Mourinho sono sembrate per alcuni un pò stonate…
per altri invece rimarcano la grande personalità di uno dei tecnici comunque più vincenti della nostra epoca.
Le parole del Vecchio Sir Bobby Charlton
C’è un antefatto a Manchester per cogliere meglio l’ostilità della stampa verso il portoghese.
Sir Bobby Charlton è una leggenda vivente. E’ uno dei due sopravvissuti all’incidente aereo di Monaco di Baviera quando nel febbraio del ’58 scomparve la squadra che stava dominando in Europa.
Capiamo bene che quando parla lui è Bibbia per la gente di Manchester.
Ecco, questo signore qui, negli ultimi giorni del regno di Sir Alex Ferguson, quando si scatenò l’ossessione per il suo successore, si schierò contro il portoghese del quale non apprezzava lo stile e non solo del gioco.
Infatti in quel periodo, era il 2011, Mourinho aveva colpito all’occhio Tito Vilanova, allenatore del Barcellona al termine di un classico molto tirato.
Sir Bobby aveva subito fatto notare come: “Mourinho è davvero un buon allenatore, ma un manager del Manchester United non farebbe mai un gesto del genere”
Anche per questo motivo, nella guerra di parole tra Scholes e l’attuale boss dei Red Devils, la stampa ha definito meschino l’atteggiamento del tecnico portoghese.
Infatti, per tutti gli inglesi, Scholes è un’icona di onestà e modestia; perciò la stampa nazionale si è risentita dell’atteggiamento dello Special One.
Per quanto nella cultura del calcio inglese la figura del manager sia davvero di culto e ricca di fascino, anche in virtù del ruolo totalitario con cui l’allenatore gestisce la squadra.
Mourinho è stato invece accusato dai tabloid inglesi di aver fatto carriera cercando di fermare i giocatori ricchi di talento, speculando sulla loro forza come del resto il suo stile di gioo specula sull’avversario.
Almeno questo è ciò che dicono i suoi detrattori.
E’ vero, le squadre di Mourinho di solito vincono ma non convincono nel gioco, ed Oto’o terzino è un ricordo indelebile nell’inter del triplete.
E’ però altrettanto vero che nel calcio solitamente chi vince ha ragione.
Il Duello Verbale
Quando il Manchester City ha ingaggiato Pep Guardiola, la dirigenza dello United è stata presa dal panico credendo che il portoghese fosse l’unico in grado di tenere il passo.
Eppure oggi lo United è talmente indietro ai rivali del City (sia in termini di punti che di stile di gioco) che tale gap rischia di diventare un imbarazzo personale per Mourinho stesso.
Per la cronaca Scholes ha osservato che i soldi spesi per Pogba potevano essere spesi per rinforzare meglio la squadra. L’attuale Pogba, in base al gioco di Mourinho non è incisvo come lo era nella Juve.
Mourinho ha riconosciuto che Scholes è stato un grande giocatore del club, ma sembra voler intendere che oggi proprio per questo si sente obbligato a dire la sua quando invece farebbe meglio a tenere la sua bocca chiusa.
E, nel duello rusticano che si è aperto, Mourinho ha poi portato sul piano del denaro l’argomento affermando “Non è colpa di Paul Pogba se lui oggi guadagna molto di più rispetto a quanto guadagnava Paul Scholes”.
In realtà è difficile immaginare nel calcio un uomo meno interessato ai soldi come Scholes, che ha vissuto una carriera intera senza un vero procuratore.
Insomma Mourinho non riesce nemmeno a capire che le motivazioni possono prescindere dal contante.
Con la sua rituale e pungente arroganza Mourinho poi lo ha veramente martellato in conferenza stampa, aggiungendo: “Se un giorno Paul (Scholes) decidesse di essere un manager, vorrei che potesse vincere il 25% di quello che ho vinto io. Ovvero sei trofei. Se lui riscisse a vincere il 25%, sarà abbastanza felice”.
Ed ha rincarato aggiungendo un sibilino “Penso che loro (ex grandi giocatori dello United) vorrebbero essere qui, nel club e questo è un problema che non posso risolvere”.
Lo Special One, si sa, è uno di famiglia benestante e perciò ha sicuramente goduto in giovinezza di un’educazione privilegiata ma oggettivamente la sua dialettica non è mai stata benedetta dalla classe!
Anche se lui nega, probabilmente il prossimo anno non lo vedremo più sulla panchina dei Red Devils. Rumors lo vogliono alla corte dei petrol dollari del Qatar alla guida del PSG.
Mourinho potrà allora davvero contare tanti soldi in più e tanti trofei nazionali francesi. Ma vincere in un grande Club è un’altra cosa.
Come dice lui stesso ” Ci sono i Grandi Club e poi i Club Vincenti”. Ecco il PSG probabilmente non sarà mai un Grande Club anche se già è un club vincente.
Intanto Scholes può accontentarsi di qualcosa di meno quantificabile. L’amore della gente comune.
Ho conosciuto la “Veronica” di Zidane e rimasto stregato dal Superclasico di Buenos Aires . Seguo più gli eventi sportivi da divano che quelli mondani da drink in mano.
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