Vengono dette classiche e si consumano nell’arco di una giornata. Niente di più banale per introdurre il fascino speciale delle Corse Classiche Monumento, uniche per scenario, rilevanza storica e difficoltà.
Ogni anno la primavera ci ricorda quanto sia ancora possibile osservare la grandezza di questo sport.
Il Nord si sveglia e rimane l’ultima espressione del ciclismo vecchio stile dove pianificazione, strategia e previsione sono semplicemente impossibili.
Strade strette, contorte, difficili e perciò ideali per consentire al ciclismo di uscire dalle sceneggiature già scritte generando situazioni imprevedibili oltre che protagonisti nuovi ed inaspettati.
Queste corse portano nomi leggendari per l’immaginario di coloro che sono appassionati di questo sport. Sangue freddo, sangue caldo, intelligenza, astuzia, coraggio e fortuna: solo il corridore che ha queste caratteristiche può avventurarsi nell’Inferno del Nord.
I 5 MONUMENTI DEL CICLISMO
Nel 1989, ci fu l’intuizione di valorizzare e differenziare le corse di giornata più antiche dal resto delle altre corse di un solo giorno.
Fino ad allora vi erano 9 corse a punti chiamate Grandi Classiche che alla fine incoronavano il ciclista più completo della stagione.
Questi Grand Classics erano: Milano-Sanremo, Ronde Van Vlaanderen, Gent-Wevelgem, Parigi-Roubaix, Fleche Wallone, Liegi-Bastogne-Liegi, Amstel Gold Race, Paris-Tours e Giro di Lombardia.
Vincere una di queste gare è il sogno di molti ciclisti, poiché significa entrare nel libro d’oro della storia del ciclismo.
Milano-Sanremo, la Classicissima
Il primo Monumento della stagione è il classico più lungo con oltre 290 chilometri. Dopo il Giro è la gara più importante in Italia, motivo per cui è molto ambita dai ciclisti francesi vista la vicinanza alla Francia e lo storico campanilismo con i colleghi italiani.
Per aspirare alla vittoria e pensare di affrontare gli ultimi strappi vicino all’arrivo, occorre dimenticare il dolore delle gambe dopo 7 ore di pedalate che portano da Milano al mare della Liguria.
La prima edizione si è tenuta nel 1907. Eddy Merckx ha il record delle edizioni vinte, con 7 vittorie.
Il Giro delle Fiandre: tra sacro e profano
E’ la seconda Gara Monumento della stagione ed è la grande Festa Ciclistica della Regione delle Fiandre, nel Belgio settentrionale. Siamo nell’unico posto al Mondo dove il ciclismo è Religione, il calcio qui non esiste. Qui i loro campioni vengono trattati come eroi.
De Ronde è una delle gare più spettacolari dell’anno, con una successione di sezioni in pavè intervallate da strappi con pendenze in doppia cifra. È da sempre una gara che supera i 250 chilometri, adatta a corridori potenti che sanno andare oltre i propri limiti.
La prima edizione ebbe luogo nel 1913. I vincitori belgi Achille Buyse, Eric Leman, Johan Museew e Tom Boonen condividono con l’italiano Fiorenzo Magni, noto come “il leone delle Fiandre”, la vittoria di 3 edizioni a testa.
Parigi-Roubaix, l’inferno nordico
E’ il terzo girone dell’Inferno ed è l’estrema durezza che rende unico questo appuntamento. E’ letteralmente l’ultima espressione reale di un ciclismo selvaggio in via d’estinzione : “lotta per la sopravvivenza”.
Lo spirito della Parigi-Roubaix è adatto solo ai forti fisicamente, ai duri di cuore ed ai psicologicamente integri. E’ un girone dantesco dove gli atleti sopportano una punizione corporale continua nelle lunghe e continue sezioni di pavé.
I circa 30 tratti di ciottoli sono distribuiti negli ultimi 150 chilometri di gara. Hanno una lunghezza variabile ed il tratto più lungo supera i 3 chilometri di lunghezza. Questi ciottoli fanno rantolare la bicicletta come un uomo in fin di vita e rendono questa gara la più impegnativa tappa dell’anno.
Il pavè dell’Inferno del Nord nasconde le insidie scivolose delle giornate di pioggia o la polvere delle edizioni corse all’asciutto. Ma sempre, il pubblico numeroso e frenetico è esso stesso spettacolo oltre che insidia, visto che ogni anno causa numerose cadute e tappi nella strada.
Fatta eccezione per alcune edizioni degli anni ’80 , la Parigi-Roubaix finisce sempre nel velodromo di Roubaix, ed il trofeo per il vincitore non poteva essere che una pesante rappresentazione di un ciottolo di pavè.
E’ una Monumento molto antica, corsa per la prima volta nel 1896 con il nome di La Pascale , poichè era in calendario nella domenica di Pasqua. Roger De Vlaeminck, detto “lo zingaro” è invece qui chiamato “Monsieur Paris-Roubaix”, in quanto condivide il record di vittorie con il suo connazionale Tom Boonen, entrambi con 4 edizioni vinte.
Liegi-Baistogne-Liegi: Monumento alle Ardenne
La 4° Corsa Monumento è il classico più antico con la prima edizione datata 1832. La corsa si sviluppa su un circuito di circa 260 chilometri, in una rotta che lascia la città di Liegi svoltando verso sud, fino ad arrivare a Bastogne e ritornare poi nuovamente fino alla città di partenza.
Nel tragitto che ritorna verso nord, la corsa attraversa le montagne e le foreste delle Ardenne Belghe, perciò una serie di colline e di strappi che sono allo stesso tempo la caratteristica principale e la tradizionale durezza di questa prova in linea.
Non poteva appartenere che ad Eddy Merckx il record di vittorie di questa classica, con 5 edizioni vinte. Ma l’edizione più epica e che si ricordi è quella dell’anno 1980, in cui un grandioso Bernard Hinault ruppe la gara scattando in solitaria da lontanissimo e sotto una tormenta di neve: vinse arrivando al traguardo congelato ma con 9 minuti di vantaggio sul secondo classificato.
Giro della Lombardia, la classica delle foglie morte
La Quinta Classica Monumento dell’anno si corre in pieno autunno alla fine della stagione ciclistica e nascondendo perciò di suo tutte le insidie ed i logorii che gli atleti accusano dopo una lunga stagione competitiva.
Il Lombardia con i suoi circa 250 chilometri è un classico di montagna in pieno spirito italiano: non possono infatti mancare i dislivelli di 1a, 2a e 3a categoria come piacciono agli italiani; ma non possono nemmeno mancare elementi decorativi come la cappella dove viene venerato il Santo Patrono dei Ciclisti e che giustamente si trova sull’ascesa più dura ovvero il Colle della Madonna del Ghisallo.
Il leggendario Fausto Coppi detiene il primato delle vittorie con 5 edizioni vinte.
Ho conosciuto la “Veronica” di Zidane e rimasto stregato dal Superclasico di Buenos Aires . Seguo più gli eventi sportivi da divano che quelli mondani da drink in mano.
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