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Quando Trezeguet giocò la B con Juventus e River Plate

Il momento clou nella carriera di David Trezeguet resta senza dubbio il suo Golden Gol contro l’Italia nella finale dell’Europeo 2000.

Il Golden Gol, inteso come regola del calcio, è durato davvero poco. Il tempo di regalare quell’Europeo alla Francia e poco altro. E, sembra non essere un caso davanti al destino, il fatto che sia proprio di Trezeguet il Golden Gol più famoso.

Proprio Lui, uno che ha contraddistinto la sua carriera vivendo le partite  a sprazzi, veloci ma intensi rubando tempo e spazio agli avversari: l’arte di nascondersi dal gioco per riapparire rapidamente giusto il tempo di gonfiare la rete.

Con tutti i successi internazionali, e quelli altrettanto importanti a livello di club, sembra impensabile che un giocatore di tale fama e livello abbia conosciuto per ben 2 volte l’inferno della Serie B. Con la sua traiettoria, Trezegol, ha però dimostrato di avere un carattere forgiato anche per affrontare avversità inaspettate.

Trezeguet è andato a giocare in Serie B in contesti e modalità diverse: la prima volta con la Juve vi si ritrova intrappolato negli scheletri del calcio italiano, mentre la seconda la sceglie, sul finire della sua carriera, per amor di patria e del River Plate.

L’ha giocata, si è vero, ma lo ha fatto con 2 club giganti del calcio mondiale. Due club caduti in tempi difficili ma comunque all’altezza della sua caratura di calciatore.

La B con la Juve ha mostrato il valore di un uomo che mette davanti a tutto l’amore per il club anziché trovare un contratto più redditizio o un’opzione più prestigiosa, visto che Trezeguet viveva un momento ancora di picco della sua carriera.
L’approdo nella serie B Argentina è invece la dimostrazione d’affetto che l’uomo ha per le proprie origini, visto il sangue argentino che scorre nelle sue vene (entrambi i genitori sono di Buenos Aires), oltre che per il club di cui è sempre stato tifoso.

La Serie B con la Juventus è un gioco di rabbia

Il 2001/2002 è stata la stagione in cui, il calciatore franco-argentino, mostra in bianconero la sua vera identità: realizzando 24 gol in campionato e vincendo il titolo di Capocannoniere oltre che il premio di Calciatore dell’Anno della Serie A; ma soprattutto regala alla Juventus la conquista dello scudetto.

La storia di vittorie si ripeterà ed infatti  Trezeguet ha portato la Juventus a vincere 4 scudetti nelle prime sei stagioni che ha giocato in Italia, con nel mezzo una finale di Champions League persa contro il Milan oltre che un’altra finale di un Mondiale con la sua Francia, persa proprio contro l’Italia, in Germania nel 2006.

Poco prima di quel Mondiale era però già iniziata la calda estate italiana: Calciopoli è stato il più grande scandalo del calcio italiano in epoca moderna e la Juventus è stata coinvolta nella presunta rete di brogli (insieme a Fiorentina, Lazio, Milan e Reggina).

La punizione per la Juve è stata severa: immediatamente retrocessa in Serie B, spogliata degli ultimi due scudetti e multata di 85.000 euro. Inoltre un gap di 30 punti di penalizzazione da scontare nel successivo campionato di SERIE B ( ridotta però poi a 9 punti in appello).

Si è consumato così il prevedibile esodo delle stelle nella rosa della Juventus. L’ allenatore Fabio Capello , il centrocampista brasiliano Emerson e il capitano Fabio Cannavaro sono partiti tutti verso Madrid sponda Real.

Thuram e Zambrotta si sono invece spostati in direzione Barcellona. Patrick Vieira ed Ibrahimovic si trasferiscono all’Inter che si apprestava così a diventare, con la Juve fuori gioco, la nuova potenza del calcio italiano.

Nonostante le partenze di figure di alto profilo, la Juventus che è scesa in Serie B ha però conservato alcuni calciatori chiave.

Erano 5 le “bandiere” rimaste a Torino a protezione della Vecchia Signora e 3 di questi calciatori erano Campioni del Mondo in carica (Buffon, Del Piero e Camoranesi) mentre un terzo era Vice Campione del Mondo: proprio Trezeguet. Pavel Nedved, stava invece vivendo gli ultimi anni di carriera facendo da chioccia a quella squadra.

La Juve ha iniziato il campionato trovando presto gioco e risultati con 8 vittorie nelle prime 9 partite. Trezeguet era chiaramente fuori scala per il livello di quel campionato ed insieme a lui, onestamente, lo era tutta la squadra.

Il suo contributo è stato quello di mostrare istinti predatori sotto porta. Ha ribaltato il Vicenza prima di collezionare due doppiette consecutive contro Modena e Piacenza, E’ invece il Napoli che riesce ad interrompere la serie di vittorie della Juve strappando un pareggio per 1-1 al San Paolo.

La squadra è poi rimasta imbattuta per altre sette partite, con Trezeguet che ha segnato nell’ultimo match prima della pausa invernale: un gol dal limite dell’area nel pareggio casalingo per 2-2 contro l’Arezzo.

L’inverno bianconero è proseguito con un bottino di 17 punti su 21 con Trezegol che ha contribuito con altri tre gol in questo periodo comunque fruttuoso.

Le 12 gare successive alla sconfitta di Brescia valgono per la Juve 30 punti su 36. L’animo spietato ed efficiente di Trezeguet contagia la squadra che ha ottenuto vittorie cruciali contro Napoli e Genoa.
Il 19 maggio David trascina la squadra andando in rete nel 5-1 contro l’Arezzo in trasferta e suggellando in qualche modo il definitivo ritorno in serie A.

La penultima partita della stagione è stata in casa allo Stadio Olimpico e ha offerto l’occasione di rivincita sul Mantova, una delle sole due squadre ad aver assaporato la vittoria sulla Juventus in 39 partite di campionato fino ad allora. Ovviamente Trezeguet partecipa alla festa marcando il gol del vantaggio.

L’ultima in B della Juve è contro lo Spezia. Ed è qui che Trezeguet esplode dopo una stagione probabilmente interiormente logorante: segna ed esulta mimando il gesto di andare via.


Nelle settimane successive dirà che quello è stato uno sfogo in polemica con la società, rea di avergli offerto un rinnovo di contratto “ridicolo” dopo che scendendo in B aveva invece dimostrato sul campo la sua “lealtà e l’attaccamento alla maglia”.

I 15 gol di Trezeguet in 30 presenze in quella serie B sono stati fondamentali per riportare il club nel posto che le spettava per storia e tradizione: i vertici della Serie A e del calcio italiano.

Nel suo decennio a Torino, Trezegol ha contribuito a segnare e rilanciare la storia recente della squadra bianconera dimostrando di mettere i sentimenti davanti a tutto.

Tra David e la Juve è stato vero amore. L’uomo ha scelto di rimanere con il club quando quest’ultimo stava vivendo i suoi giorni più bui; ecco perché il suo legame con la Juve è rimasto indissolubile ed il suo nome è profondamente radicato nel cuore dei tifosi. “Un giocatore con una media di 17 gol a stagione non ha bisogno di ulteriori commenti”.

ARGENTINO nel CUORE: L’esperienza in B con il River è senza senso

E’ il dicembre del 2011 quando Trezeguet decide di tornare a Buenos Aires per firmare con la squadra di cui era tifoso da bambino: il River Plate. La storia si ripete. L’amore prima di tutto.

Si perché così come successo alla Juve, anche il gigante d’America, la squadra dei millionarios, sta vivendo il momento più difficile della sua storia leggendaria: per la prima volta è retrocesso in Serie B.

Negli anni ’80, la Federazione Argentina ha introdotto ufficialmente il bizzarro sistema del promedios, progettato per proteggere i grandi club dalla retrocessione, calcolandola in base alla media triennale. In sintesi, il pensiero di base è quello che qualsiasi club può incappare in una brutta stagione ma può comunque avere la possibilità di recuperare nelle due stagioni successive.

Ironia della sorte, è stato proprio uno dei Club più Grandi a rimanere vittima del sistema nel 2011.

Il River vince infatti il campionato nel giugno del 2008 con Diego Simeone in panchina. Inspiegabilmente finisce però addirittura ultimo nel campionato di apertura successivo. Mentre i piazzamenti nei campionati 2010 e 2011, con un quarto ed un nono posto, non sono poi bastati per salvarsi secondo la metrica dei promedios.

Il River finisce così in serie B dopo uno spareggio contro il Belgrano e con i suoi tifosi che incendiano il Monumental mentre si scontrano con la polizia.

Trezeguet è uno che si è sempre definito “Argentino nel cuore” e nel 2011 ha 34 anni.

Ma non è mai troppo tardi per realizzare un sogno d’infanzia soprattutto quando si tratta di indossare la maglia con la banda rossa del River.
Proprio come con la Juventus, vuole essere protagonista della storia del club perciò non esita a firmare durante la pausa estiva del campionato di fatto diventando, il colpo del mercato di riparazione.

Quando Trezegol arriva, Il River ha 34 punti in classifica su 57 possibili e la squadra ha realizzato in tutto 33 gol fino a quel momento: non proprio il massimo per una squadra che punta alla promozione. Durante la seconda metà della stagione, con lui in campo, il River alzerà la media punti passando da 1,79 a 2,05.

L’allenatore di quella squadra è un certo Matías Almeyda che regala a Trezeguet il suo debutto il 12 febbraio 2012 in una partita in trasferta a Chacarita vinta 2-0. Il suo primo gol arriva già nel turno successivo, nella vittoria per 3-0 sull’Independiente Rivadavia, quando oltre 60.000 tifosi assaltano il Monumental per vedere Trezegol…

Il gol numero uno è un colpo di testa che spiazza il portiere finendo all’angolino basso. E’ il momento in cui David non riesce a trattenere un sorriso raggiante che ricorda la stessa gioia che mostrava anni prima nelle vittorie in maglia bianconera. Entra così nella storia del club di Baires.


Nella prossima serie di partite, Trezeguet è una macchina da gol.

Timbra il cartellino alla 23ma giornata nel 4-1 in casa dello Sportivo Desamparados. Un gol di intelligenza tattica che premia la sua corsa con un tapin finale sul portiere avversario. Il turno successivo rompe tutto con una doppietta di rapina in una partita thriller finita 3-3 in casa del Defensa y Justicia.

In quella dopo, apre le marcature nella vittoria per 3-0 sul Deportivo Merlo, mandando di testa la palla sulla traversa e trovando la rete sul successivo rimbalzo.

Alla 27ma giornata è un’altra doppietta, questa volta la vittima è il Ferro Carril. In 3 minuti mette dentro un rigore e poi sigla quello che, probabilmente, è il suo gol più memorabile con la maglia del River: tiro al volo incrociato dall’angolo del limite dell’area.

Sul finale di stagione il River ospita l’Insituto Italiano ed il destino di David si incrocia con la parabola nascente di un certo Paulo Dybala che anni dopo vestirà anch’egli la maglia bianconera della Juve. Manco a dirlo è proprio Trezeguet che risolve la partita con un gol in mischia da distanza ravvicinata.

Come tutti gli attaccanti che giocano sulla potenza, non gli importava molto dell’estetica di un gol e festeggiava volentieri con gioia. Così come con gioia festeggia nella successiva partita contro il Gimnasia di Jujuy un imponente gol di testa.

Trezeguet ha letteralmente scritto, in coppia con Cavenaghi, il ritorno del River in Primera. All’Almirante Brown spetta la passerella per l’ultima partita casalinga della stagione. E’ Trezegol che sigla la doppietta della vittoria mescolando potenza e precisione nel primo gol ed astuzia nel secondo.

19 partite e 13 reti dopo il suo arrivo, Trezeguet da il via ai festeggiamenti per il ritorno del River in massima serie e se ci facciamo caso tutte le sue foto con la maglia del River lo ritraggono con il sorriso sulle labbra.

Lo stesso con cui ha inciso il suo nome nei libri di storia del calcio contemporaneo posizionandosi come uno dei migliori attaccanti della sua generazione.

Ciao Mamma, ho conosciuto Trezegol

Pochi mesi dopo la promozione del River, mi trovo a Buenos Aires. E’ ottobre e l’aria è quella frizzante della primavera argentina. Quella sera, di domenica, sono a cena fuori con dei ragazzi conosciuti qualche anno prima a Barcellona durante un week end di vacanza. La magia dei social ci ha fatto rimanere in contatto e così quando organizzo il mio viaggio in Argentina loro mi aiutano.

Quella sera siamo a cena vicino allo stadio Monumental.

Il titolare del ristorante è un tipo con i capelli lunghi anche se sembra avere un’età che suggerirebbe un taglio più sobrio. Ma lui non è mai stato uno “sobrio, anzi! Il proprietario di quel ristorante è Claudio Caniggia.

Al tavolo con noi c’è anche Trezeguet che nel frattempo sta continuando a giocare con il River in Primera. Ma non è la prima volta che lo vedo dal vivo infatti, proprio qualche ora prima, eravamo insieme al Monumental, io sugli spalti a guardarlo. Lui in campo a segnare il suo unico gol contro il Boca Juniors indossando la maglia del River… (era l’ottobre 2012 River-Boca 2-2)

Il cuore di noi tifosi è l’unica cosa che il denaro non può comprare.

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