“A 20 anni si ha un’idea diversa dei trentenni: si tende a pensare che siano già vecchi, ma per fortuna non è così, soprattutto se di mezzo c’è una moto”
Sono queste parole di Valentino Rossi, il veterano della MotoGP, ma per come parla, si atteggia e combatte in pista sembra un eterno Peter Pan del motociclismo.
Sono ormai passati più di 20 anni da quell’agosto 1997 a Brno, ovvero quando il capellone biondo e riccio di Tavullia alzava una gigantografia del Numero 1 per festeggiare il suo primo titolo iridato.
Da quel momento in poi diventano epiche le rivalità in pista ( ed in certi casi mediatiche) con alcuni piloti che soffrono il Dottore, in primis Max Biaggi, ma non dimentichiamo le lotte con Gibernau o il compianto Heyden. Via via i mondiali vinti sono diventati 9, e lui a 40 anni suonati, lo ritroviamo ancora con lo stesso entusiasmo a lottare tra le fila della “Classe Regina”.
L’IMPOSSIBILE ACCADE: UNA MOTOGP SENZA ROSSI
Anche per Valentino Rossi è arrivato il momento di appendere il casco al chiodo ed è un duro colpo per tutti gli appassionati che si sono avvicinati a questo sport grazie al carisma di Vale.
Negli anni in cui vinceva, era solito festeggiare le vittorie e i titoli mondiali con delle gag uniche nel suo genere, irripetibili nella storia del moto-mondiale. Questo, unito alla sua semplicità e spontaneità, ha accresciuto l’interesse nei confronti delle corse, tutti ormai non vedevano l’ora di una sua vittoria, solo per assistere allo spettacolo che ne sarebbe seguito. O di vederlo partire indietro nelle qualifiche per esaltarsi delle sue rimonte. Negli anni i suoi sostenitori, sia in Italia ma soprattutto nel resto del mondo, sono cresciuti in maniera esponenziale e tutti si chiedono cosa succederà nel momento dell’abbandono di Rossi.
La sua mancanza sicuramente si sentirà, perché ormai è un punto di riferimento per tutti. Senza dimenticare, ed è opinione diffusa, che il VR46 contribuisce all’indotto economico del movimento con il suo seguito. Ed infatti il “Boss” della Motogp Carmelo Ezpeleta, ha dichiarato che nel caso in cui vorrebbe entrare in Motogp con un team tutto suo, da parte del direttivo del moto-mondiale non ci sarebbe nessun ostacolo.
Dall’altro lato, Valentino ha lavorato duramente negli ultimi anni per permettere a giovani piloti italiani di raggiungere la classe regina del moto-mondiale; per fare ciò ha fondato la VR46 Academy, che cerca di indirizzare i giovani talenti verso la strada della vittoria. Grazie a questo progetto, sono molti gli italiani che lottano nelle categorie inferiori e non è escluso che una parte di essi, tra qualche anno, riesca ad approdare in motoGp.
Probabilmente ci sarà una parte di tifoseria che non seguirà più il moto-mondiale dopo il ritiro di Rossi.
Siamo sicuri che dopo il suo ritiro Rossi non si distaccherà totalmente dal mondo delle corse, ad esempio la Yamaha gli ha già proposto un contratto come collaudatore ufficiale. Ma quello che credono in molti è che il Dottore concentrerà i suoi sforzi nella VR46 Academy, per forgiare i piloti del futuro e contrastare il dominio dei piloti spagnoli.
In Bocca Al Lupo, Vale.
9 TITOLI IN 12 ANNI E ZERO TITOLI NEGLI ULTIMI 13 ANNI
Vero è che l’ultimo titolo iridato del ‘Dottore‘ risale ormai al lontano 2009 ed è proprio da allora che cerca, in tutti i modi, di raggiungere il suo traguardo più importante quella decima vittoria che 8 anni fa tutti davamo per scontata ed imminente come percorso naturale delle cose.
La sua cavalcata verso il 10° titolo si è fatta sempre più difficile a causa di vari fattori: moto poco competitive, rivali sempre più agguerriti e diversi infortuni.
Ma andiamo con ordine perché quella di cui parliamo sembra essere un’ossessione diventata maledizione per Valentino.
Infortuni Contro
Siamo nel 2010, e la stagione parte sotto le migliori aspettative, con una grandissima vittoria nella gara inaugurale in Qatar. Purtroppo in seguito a questa, riporta una lesione alla spalla a causa di un incidente su una moto cross durante un allenamento.
Decide di continuare la stagione, nonostante un intervento chirurgico l’avrebbe costretto a due mesi di stop.
Continua con buoni piazzamenti nelle gare successive, ma durante le prove libere del Gran Premio d’Italia al Mugello, è vittima di un bruttissimo incidente: frattura scomposta di tibia e perone. Operato immediatamente, secondo i medici i tempi di recupero si aggirano intorno ai due mesi. Ma il Dottore ce la mette tutta per recuperare e dopo solo un mese ritorna in sella. La stagione risulta compromessa e Valentino riesce a strappare solo un’altra vittoria.
L’Italia alla riscossa e la voglia di dimostrare di essere il migliore a prescindere
Alla fine di questo stesso anno, in cerca di nuovi stimoli, Rossi annuncia il passaggio alla Ducati per un binomio tutto italiano nel biennio 2011-12. Purtroppo la Ducati non si dimostra all’altezza delle aspettative, permettendo a Rossi di conquistare solo pochi podi durante i due anni, senza nemmeno una vittoria e senza mai dare nemmeno un’apparente sensazione di poter competere per qualcosa.
Doveva essere il binomio tutto italiano che rompeva gli equilibri della MotoGP ed invece i numeri parlano di flop. La collaborazione con il team di Borgo Panigale termina a fine 2012, con Rossi che ritorna alla Yamaha e con il desiderio di terminare la sua carriera con il suo vecchio team.
Ritorno alla Yamaha con un biennio anonimo
Al suo ritorno, trova una moto molto diversa da quella lasciata nel 2010; infatti è stata progettata e sviluppata sulla base delle indicazioni del compagno di squadra Jorge Lorenzo che ha uno stile di guida diverso dal suo. In questa stagione, il titolo viene però vinto dall’esordiente Marc Marquez, con Rossi che riesce a conquistare una sola vittoria nel Gran Premio d’Olanda.
L’anno seguente Rossi è sempre in sella alla sua Yamaha e, anche se ha un inizio di stagione incerto, dopo la pausa estiva riesce a strappare molti piazzamenti a podio e con 3 vittorie si laurea Vice-Campione del Mondo.
Troppi indizi fanno una prova: è Maledizione
All’indomani della stagione 2015, sembra chiaro a tutti che Valentino può lottare per il titolo. Assistiamo ad un campionato con una lotta a tre, con Rossi che mostra una costanza impressionante: conquista 15 podi su 18 gare in calendario e 4 vittorie. Sembra davvero questa la volta buona per marcare la Decima.
A pochi gran premi dalla fine è in testa al mondiale, con Jorge Lorenzo che lo marca da vicino. Nella conferenza stampa, che apre il Gp della Malesia, Rossi accusa pubblicamente Marquez di un comportamento antisportivo nei suoi confronti.
Secondo Valentino, Marquez sta cercando di ostacolarlo in pista per consentire al connazionale Lorenzo di vincere il titolo. Il clima è incandescente dopo le parole de Dottore.
La domenica parte la gara e subito Marquez e Rossi ingaggiano una lotta per il terzo posto. Marquez sembra essere più veloce di Rossi su questa pista, ma non ne approfitta per scrollarsi di dosso il pilota di Tavullia, anzi continua a lottare.
Poi accade l’irreparabile: un presunto calcio di Rossi alla moto del pilota spagnolo che ha la peggio e cade, ritirandosi. I commissari di gara decidono di penalizzare Rossi, che nell’ultima gara della stagione sarà costretto a partire in ultima posizione. Nonostante sia ancora in testa al mondiale, partire ultimo nel circuito tortuoso di Valencia, in cui è difficile effettuare sorpassi, è molto penalizzante: si piazzerà infatti 4°. Lorenzo vince la gara e per pochissimi punti riesce a laurearsi campione del mondo.
Chiaro non siamo ipocriti, e bastava un po’ di passione in meno e di sangue freddo in più per gestire la rabbia di quell’attimo in Malesia e si parlerebbe oggi di un Dottore in Doppia Cifra Mondiale.
Anche il 2017 vede un Rossi in ottima forma e molto competitivo nel contrastare la cricca spagnola ed un Dovizioso che finalmente in Ducati è protagonista di una stagione sopra le righe.
La sfortuna però ha continuato a tormentare ‘il dottore’: nuova rottura di tibia e perone (dovuta alla caduta da una moto enduro in un allenamento) e sogno mondiale praticamente regalato agli altri malgrado un recupero record che lo vede in pista dopo solo 2 GP persi.
Ho conosciuto la “Veronica” di Zidane e rimasto stregato dal Superclasico di Buenos Aires . Seguo più gli eventi sportivi da divano che quelli mondani da drink in mano.
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